Il respiro della mamma e il battito del suo cuore: quanto di più prezioso e intimo ci possa essere per un neonato. L’essenza stessa della trasmissione dell’amore verso un figlio: si stringe il piccolo a sé e lo si coccola teneramente.

Un tesoro di importanza incalcolabile che fino ad ora veniva negato ai bambini nati prematuri, che per alcune settimane lottano per la sopravvivenza all’interno di un’incubatrice senza nemmeno poter contare sulla vicinanza fisica della mamma.

Da sei mesi si sta sperimentando, nel reparto di Patologia Neonatale dell’ospedale «San Bortolo» di Vicenza, una sorta di «cuscino magico», fatto di gel, il «BabyBe».

«La mamma lo abbraccia esattamente come se stesse cullando il proprio bimbo e automaticamente vengono registrati battito, respiro e pure la sua voce, riprodotti, grazie ad un sistema wifi, all’interno della termoculla, in un secondo dispositivo dalle caratteristiche analoghe», ha spiegato il primario Massimo Bellettato.

 

Diversi i benefici riscontrati nel primo periodo di utilizzo dell’apparecchiatura, che ha coinvolto 15 bambini: si riduce la presenza del cortisolo, un ormone che compare in situazioni stressanti, sono state notate meno apnee, le rischiose pause respiratorie caratteristiche dei prematuri, e i parametri vitali sono in generale più stabili. Senza rischio di infezioni da contatto, tra le cause principali di complicazioni in questo tipo di pazienti.

 

Grande giovamento anche per le neo mamme, cui fino ad ora era negato il cosiddetto bonding, quel legame profondo, specifico e permanente che permette di cullare, giocare con il proprio bambino, ma anche di proteggerlo, di non trascurarlo. «Si sentono protagoniste – ha confermato il primario – e si limita anche quella sensazione di abbandono che le attanaglia quando sono costrette a lasciare la loro creatura nella termoculla per ritornare a casa. Sanno che i loro abbracci possono essere riprodotti anche quando non sono fisicamente presenti in reparto, coccolando i piccini giorno e notte come se loro fossero realmente sempre collegate al loro cucciolo, facendogli sentire quell’insostituibile tepore materno».

 

L’ospedale vicentino è il secondo al mondo ad utilizzare questa tecnica, lanciata due anni fa a Santiago del Cile e avviata, da qualche settimana, anche ad Eindhoven, in Olanda.

«La scienza ha bisogno di numeri più elevati per validare determinate apparecchiature – ha concluso il primario – ma il primo periodo di applicazione della tecnologia è stato entusiasmante: prima di pubblicare i dati attendiamo tuttavia un periodo più esteso e un maggior numero di casi», I costi non sono proibitivi: 20 mila euro per i due cuscini, il gel e la specifica termoculla, dotata di applicazioni sonore, sostenuti, in questo caso, da «Team for Children» di Vicenza.

La tecnologia introdotta è tanto più importante in relazione al numero dei nati prematuri: ogni anno, in Europa, le gravidanze che terminano troppo in anticipo – cioè prima della 37esima settimana – sono circa mezzo milione (si tratta del 7,6% del totale), 50 mila delle quali in Italia. Nel mondo la grave minaccia riguarda 15 milioni di neonati. La maggior parte dei prematuri viene alla luce dopo la 32esima settimana, solo il 2% nasce prima.

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