Un team di ricercatori dell’University of Iowa ha individuato due farmaci – già approvati per l’uso nelle persone – che utilizzati in combinazione inibiscono le cellule staminali della leucemia mieloide cronica, un cancro del sangue relativamente comune che colpisce le cellule mieloidi.
Il ritrovato, stando a quanto evidenziato dal responsabile dello studio, potrebbe curare anche moltissime altre tipologie di tumore. La LMC, che colpisce circa 1 milione e mezzo di persone in tutto il mondo, causa annualmente migliaia di morti. Nella sua fase iniziale la malattia risulta essere facile da trattare. Nella maggior parte dei casi i farmaci inibitori della tirosina chinasi (TKIs), utilizzati per controllare questa specifica tipologia di cancro, risultano efficaci, ma costringono i pazienti a continuare le cure a vita. In alcuni casi la forma tumorale può evolvere sfuggendo al controllo. “Questo accade – evidenzia il professor Hai-Hui (Howard) Xue, microbiologo e immunologo – perché esistono due tipologie di cellule tumorali: le cellule di leucemia che possono essere uccise da dai farmaci TKI e un sottoinsieme di cellule chiamate cellule staminali di leucemia, che sono resistenti ai trattamenti TKI e alla chemioterapia”.
Farmaci già approvati dalla FDA
Il team del professor Xue, che ha collaborato a stretto contatto con Chen Zhao, assistente professore di patologia presso la UI, si è concentrato si è concentrato sulle piccole molecole e sui composti farmacologici già noti per la loro capacità di sradicare le cellule leucemiche. L’attenzione degli scienziati è ricaduta su due proteine note come fattori di trascrizione (Tcf1 e Lef1) che nei topi risultano in grado di bloccare le cellule staminali della leucemia. Sfruttando poi le mappe di connettività, metodo informatico che semplifica l’identificazione dei farmaci e delle piccole molecole che possono replicare il pattern di espressione genica che si verifica quando i due fattori di trascrizione vengono rimossi, ha identificato un farmaco chiamato prostaglandina E1 (PGE1).
Così il composto ha “ucciso” le cellule staminali della leucemia
L’equipe ha combinato il PGE1 al TKI Imatinib ottenendo un farmaco che, in un modello di LMC di topo si è rivelato estremamente efficace. I roditori affetti da leucemia mieloide, una volta trattati con il ritrovato, vivevano più a lungo dei topi di controllo: il 30 per cento ha vissuto più di 80 giorni rispetto ai topi trattati solo con la Imatinib, mentre gli altri esemplari sono morti entro 60 giorni. Il team di ricercatori ha testato il farmaco anche con un modello di topo immunocompromesso e affetto da LMC umana. Quando le cavie non hanno ricevuto alcun trattamento (o sono stati trattati con il solo Imatinib), le cellule staminali della leucemia umana si sono propagate in maniera incontrollabile. Diversamente, quando i roditori sono stati trattati con la combinazione dei due farmaci le cellule malate sono state ridotte drasticamente, scongiurando lo sviluppo della leucemia. “I risultati ottenuti – ha commentato Xue che è anche membro del Holden Comprehensive Cancer Center presso l’UI – sono stati una piacevole sorpresa”. Il team ha compreso anche l’azione di PGE1, che si basa su un’interazione critica tra PGE1 e il suo recettore EP4. Il responsabile dello studio ha fatto sapere che la ricerca ha portato anche alla scoperto di una seconda molecola farmacologioca chiamata misoprostolo . Questa interagisce con EP4, permettendole di combinarsi con TKI per ridurre significativamente il numero delle cellule staminali della leucemia.
Composto potenzialmente efficace contro molti tipi di tumore
Sia PGE1 che misoprostolo sono stati approvati dalla FDA e, da tempo, vengono utilizzati sulle persone: il PGE1 è un farmaco iniettabile utilizzato per trattare la disfunzione erettile mentre il misoprostolo è una pillola che viene usata per trattare le ulcere. L’obiettivo di Xue e del suo team è quello di testare il composto ottenuto in uno studio clinico. Il responsabile dello studio è convinto che la combinazione dei due medicinali possa essere utilizzata per eliminare le cellule delle masse tumorali che le cellule staminali della leucemia. “Il composto da noi identificato – sottolinea lo scienziato – potrebbe eliminare il cancro fino al punto in cui un paziente non avrebbe più bisogno di dipendere dal trattamento TKI”.
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