La cardiopatia ischemica, e in particolare l’infarto miocardico acuto, rappresenta ancora oggi la principale causa di morte nel nostro paese (seguono i tumori e l’ictus), essendo responsabile di oltre il 40% di tutti i decessi, mentre gli accidenti cerebrovascolari sono al terzo posto con il 13%. Secondo i dati Istat nel 2014 in Italia le malattie ischemiche del cuore hanno fatto registrare 69.653 decessi, le malattie cerebrovascolari 57.230 e le altre malattie del cuore 49.554. In Piemonte la mortalità per malattie cardiovascolari nell’uomo e nella donna interessa il 42% e il 44% rispettivamente.
Grazie ai grandi progressi nella cura – soprattutto grazie al trattamento precoce dell’infarto con l’angioplastica (il cosiddetto “palloncino”) – la percentuale di pazienti che continua a svolgere una vita normale dopo un evento cardiovascolare è molto alta. Tuttavia in alcuni casi, soprattutto a causa dell’insorgere dello scompenso cardiaco, chi sopravvive ad un attacco cardiaco può diventare un malato cronico: sempre secondo i dati Istat in Italia la prevalenza di cittadini affetti da invalidità cardiovascolare è del 4,4 per mille.
Come prendersi cura del cuore
Dati allarmanti, che fanno comprendere quanto sia importante prendersi cura del proprio cuore. In che modo? «Controllando e correggendo i fattori di rischio: tenere sotto controllo il peso corporeo, misurare ogni tanto la pressione, che non dovrebbe superare il valore di 130/80 mmHg, controllare periodicamente la glicemia e la colesterolemia, seguire una corretta alimentazione e condurre una vita attiva, fisicamente e mentalmente», come spiega il dottor Francesco Milone, direttore della Cardiologia dell’Ospedale Humanitas Gradenigo di Torino. «Fumare anche solo poche sigarette al giorno comporta un aumento significativo del rischio cardiovascolare; per questa ragione consiglio di non iniziare a fumare e di smettere di farlo se si è già fumatori» spiega il dottor Milone.
Il secondo passo è fare una vita sana, «che significa mangiare bene – prosegue il cardiologo -, seguendo le indicazioni della dieta per eccellenza, quella “mediterranea”; è necessario variare la dieta, privilegiando i cibi freschi, quelli di stagione, riducendo il consumo dei grassi animali e degli zuccheri raffinati, a favore soprattutto delle proteine di origine vegetale, che tra l’altro forniscono più rapidamente il senso di sazietà. Ridurre le porzioni senza rinunciare in assoluto ai cibi che più ci piacciono può essere un buon consiglio per mantenere un adeguato peso-forma. Piccole quantità di alcol – in particolare di vino rosso – non solo sono consentite, ma esercitano un effetto favorevole sul nostro apparato cardio-vascolare».
L’attività fisica contrasta sovrappeso e obesità
Fare una vita sana significa anche dedicare del tempo all’attività fisica.
«L’attività consigliata è quella “aerobica” ed esercita un effetto molto favorevole anche in chi ha problemi cardiovascolari – consiglia il dottor Milone -: è sufficiente una camminata veloce di mezz’ora e per tre-quattro volte a settimana, per contribuire ad abbassare la pressione, ridurre i valori di colesterolo totale, facendo salire quello “buono” (Hdl) e scendere quello “cattivo” (Ldl). Altre attività raccomandate sono la bici (va bene anche la cyclette a casa) ed il nuoto. Salire le scale invece di prendere l’ascensore o lasciare la macchina distante almeno un chilometro e raggiungere il posto di lavoro a piedi sono attività aerobiche “a costo zero” molto utili. Va infine sottolineato – conclude il medico – come l’abitudine all’esercizio fisico e l’educazione ad una corretta alimentazione dovrebbe essere insegnata ai nostri figli fin dalla più giovane età, per prevenire sovrappeso e obesità nell’età adulta».