«L’intervento nutrizionale non rappresenta la soluzione alla malattia di Alzheimer – precisa Tobias Hartmann, a capo del dipartimento di neurologia sperimentale all’Università di Homburg (Germania) -. Ma adesso sappiamo che prima si interviene anche in questo modo, maggiori sono i vantaggi per i pazienti».

Una premessa doverosa per presentare i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista «The Lancet Neurology» permetta una significativa stabilizzazione delle performance cognitive e funzionali della vita quotidiana e una riduzione dell’atrofia cerebrale. Il cocktail sperimentale, dunque non riproducibile in proprio, era così composto: acidi grassi omega 3, fosfolipidi, vitamine del gruppo B (B6, B12 e acido folico), vitamine C ed E, selenio, colina e uridina monofosfato.

I risultati dello studio clinico «LipiDiDiet» dimostrano dunque come l’assunzione una volta al giorno di un supporto composto di diversi nutrienti (pur non migliorando i risultati di una specifica batteria di test neuropsicologici con cui si monitora il decorso della malattia, considerati l’obiettivo primario dell’indagine), possa in futuro diventare un’opportunità per permettere di porre un argine alla sua progressione del processo neurodegenerativo.

I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: al primo è stata fornita per due anni la bevanda funzionale in studio, all’altro una bevanda di controllo di pari contenuto energetico. S’è così potuto notare il beneficio, consistente nella riduzione dell’atrofia cerebrale: nello specifico dei volumi dell’ippocampo (responsabili dei deficit di memoria) e dei ventricoli (risultano dilatati nei malati di Alzheimer).

La dieta mediterranea può far evitare, o permettere quanto meno di ritardare, l’insorgenza della malattia di Alzheimer. Cereali integrali, frutta, verdura e pesce azzurro sono le categorie di alimenti che aiutano il cervello a rimanere giovane. Segno che un corretto stile di vita, che contempla anche una regolare attività fisica, gioca un ruolo non secondario nell’insorgenza delle malattie neurodegenerative.

http://www.lastampa.it/2017/11/06/scienza/benessere/anche-lalimentazione-corretta-pu-rallentare-i-sintomi-dellalzheimer-XkQbJQuF2frH6aIBJtXi6N/pagina.html