Ottawa. 4 Novembre 2019 – Un guacamole anti-chili di troppo e diabete. E’ quanto suggerisce uno studio condotto dall’Università di Guelph (Canada) che ha dimostrato come il consumo di avocado sia in grado di bloccare i processi cellulari alla base al diabete. Responsabile di queste proprietà benefiche è una molecola presente solo nell’avocado e per questo denominata avocatina B (o AvoB). La ricerca è stata condotta su animali da esperimento (topi),sottoposti ad una dieta ricca di grassi per otto settimane, allo scopo di renderli obesi e di far sviluppare loro insulino-resistenza, una condizione di pre-diabete, caratterizzata dall’incapacità dell’organismo di utilizzare in maniera appropriata il glucosio in circolo. Obesità e insulino-resistenza  compaiono quando i mitocondri, gli organelli che fungono da centrale elettrica della cellula, non riescono a bruciare completamente il loro ‘combustibile’, rappresentato dagli acidi grassi.

Ma i ricercatori canadesi hanno scoperto che l’avocatina B riesce a correggere almeno in parte questa ossidazione incompleta degli acidi grassi a livello dei muscoli e del pancreas, riducendo in questo modo l’insulino-resistenza. Aggiungendo AvoB alla dieta ‘grassa’ dei topi per 5 settimane, gli autori hanno infatti scoperto che gli animali ingrassavano meno e presentavano una maggior sensibilità all’insulina rispetto ai loro ‘colleghi’ che non ricevevano il supplemento di AvoB. I ricercatori canadesi hanno dunque valutato l’effetto del supplemento a base di avocado su un gruppo di persone sane, dimostrandone innanzitutto la sicurezza.  Anche nell’uomo, l’assunzione di AvoB determina una blanda riduzione di peso. Il prossimo passo consisterà nell’organizzare uno studio per valutare l’effetto di AvoB su pazienti affetti da problemi di metabolismo. Il composto è stato già approvato come ‘supplemento dietetico’ dalle autorità regolatorie canadesi e arriverà sul mercato già dal prossimo anno. “Ma qualunque supplemento – ammoniscono i ricercatori canadesi – non potrà mai sostituirsi ad una dieta sana e alla pratica di un regolare esercizio fisico per mantenersi in forma e in salute”. La ricerca, firmata dal professor Paul Spagnuolo del Dipartimento di scienza dell’alimentazione della University of Guelph, è pubblicata su Molecular Nutrition and Food Research.