Entro l’anno scadranno 14 brevetti di farmaci, secondo i dati dell’Associazione nazionale delle industrie dei farmaci generici (Assogenerici), ciò potrebbe portare sul mercato farmaci equivalenti in grado di dimezzare la spesa per questi prodotti.

I farmaci in scadenza hanno un mercato complessivo di oltre un miliardo di euro. Come, ad esempio, a fine 2016 è scaduto il brevetto di uno dei primi farmaci anticancro ‘intelligenti’, basato sulla molecola Imatinib, e il generico è disponibile dal marzo 2017.  Carlo Gambacorti, direttore del dipartimento di Ematologia dell’università di Milano Bicocca e dell’ospedale San Gerardo di Monza illustra il risparmio: “Se fino ad allora il costo di una pastiglia era di 15 euro e quello di un mese di terapia si aggirava sui 1.800 euro, con l’arrivo del generico i costi sono ridotti rispettivamente a 1 e a 45 euro circa, con un risparmio di oltre 200 milioni l’anno”.  L’ospedale San Gerardo di Monza è stato fra i primi ad adottare l’Imatinib generico. “Mi sarei aspettato di vedere le farmacie ospedaliere piene del generico dell’Imatinib, ma molte continuano a utilizzare il farmaco originale”. In Italia circa 10.000 pazienti sono in cura con questo farmaco, con chiare ripercussioni sui costi. Un risparmio messo in atto solo da Lazio, Sicilia, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Veneto e Piemonte.

Stessa situazione per il farmaco antiepilettico Pregabalin, con un mercato da 150 milioni di euro. I relativi generici sono in commercio dal settembre 2015, ma finora il mercato riguarda appena 500.000 confezioni, per una spesa di 4 milioni.

Tra gli altri farmaci i cui brevetti sono scaduti o in scadenza due sono in Classe C (tadalafil per le disfunzioni erettili e l’antiallergico olopatadina cloridrato), due in Classe H (l’immunosoppressivo abatacept e l’antibiotico ertapenem) e tutti gli altri in Classe A, ossia rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. In scadenza i brevetti anche le molecole di largo consumo come la rosuvastatina sale di calcio (mercato di oltre 280 milioni), o la dutasteride utilizzata per l’iperplasia prostatica benigna (oltre 160 milioni) e l’antipertensivo olmesartan medoxomil (quasi 300 milioni).

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