Quando soffriamo, andiamo su internet. La rete non serve solo a distrarci. Offre anche pillole per tirarci su e cancellare il dolore. Lo strapotere del Viagra e dei suoi fratelli nelle vendite di farmaci illegali sul web è ormai consolidato.
Ma alle loro spalle si affacciano ora le medicine che non ti aspetti: antidepressivi, ansiolitici, antidolorifici. Pillole che non portano allo sballo, ma si limitano a cancellare quella patina di disagio che a volte si insinua nella vita. E che potrebbero essere prescritte dal medico di famiglia, ma per vergogna o per abitudine sono spesso ordinate online da chissà dove. «Negli ultimi due anni abbiamo registrato un boom di sequestri. Ma più che a un fenomeno criminale, con antidepressivi e ansiolitici siamo di fronte a un fenomeno sociale», dice il tenente colonnello Andrea Zapparoli, alla guida del reparto operativo dei Nas a Roma.
Nel 2014 – data dell’ultimo rapporto sui farmaci acquistati illegalmente online – l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) citava 93mila pillole sequestrate, di cui 64mila di Viagra e simili e circa 4mila a pari merito destinate al sistema nervoso o per dimagrire. «Un tempo vedevamo circolare su internet pasticche per i culturisti, per le disfunzioni erettili e per le diete. Poi è iniziato il boom di ansiolitici e antidepressivi », conferma Luca Pani, psichiatra, neurofarmacologo ed ex direttore dell’Aifa: «Ricordo nel 2016 un sequestro di Xanax contraffatto. Veniva dalla Cina e lo intercettammo in Svizzera. Era indistinguibile dall’originale, ma di principio attivo non c’era l’ombra. E per fortuna, direi. Perché quando dentro ci sono dosi sbagliate o sostanze pericolose può andare molto peggio». Oltre allo Xanax (ansiolitico), in rete va forte anche il Diazepam (ingrediente, fra gli altri, del Valium) contro l’insonnia.
«A marzo – racconta Zapparoli – all’aeroporto di Bergamo ne abbiamo sequestrate 500 pillole. Venivano dal Ghana, ma non sappiamo dove fossero state fabbricate. Erano state contraffatte con enorme perizia e contenevano effettivamente il principio attivo. Le aveva ordinate un uomo di Trento a 5mila euro. Il processo non si è ancora svolto, ma ci siamo fatti l’idea che fossero per uso individuale, non a scopo di smercio, come invece avviene spesso per i culturisti». A differenza degli anabolizzanti per i body builder, delle anfetamine o di altre pasticche pesanti, ordinare antidepressivi sul web è piuttosto semplice. «Spesso – spiega l’ufficiale dei Nas – gli utenti che cercano droghe usano il dark web per non essere rintracciati e ricorrono a parecchi espedienti per sfuggire ai controlli. Ma nel caso degli ansiolitici in genere non si usano grandi cautele. Si va su un motore di ricerca e si sceglie una delle migliaia di farmacie online. Sperando che vada bene. A volte si paga e non arriva nulla. Altre volte arrivano sostanze pericolose. Per avere consigli dagli altri utilizzatori spesso si va sui forum». A luglio un rapporto di Federfarma citava 6mila siti per la vendita di farmaci bloccati dalle autorità giudiziarie dall’inizio dell’anno perché illegali. Nel 2016 erano stati 20mila. «Quando individuiamo un sito, lo monitoriamo e seguiamo gli ordini che riceve – spiega Zapparoli – e abbiamo una collaborazione con l’agenzia delle dogane. A volte gli utenti danno nomi e indirizzi falsi. Ma alla fine il corriere deve pur raggiungerli per portare il pacco a casa. E può capitare che al momento della consegna ci siano proprio i nostri uomini». Sulle cause del boom di questo mercato Luca Pani offre alcune ipotesi. «Può darsi che il medico di famiglia non voglia prescrivere ansiolitici o antidepressivi. Che il paziente si vergogni a chiederli. Ma forse la verità è che ordinare tutto con un clic ormai è diventato un’abitudine. E per pura inerzia ci si affida a internet anche per farmaci che potrebbero rivelarsi assai pericolosi». Abusare di ansiolitici, si sa, può mettere a repentaglio la vita. «E anche gli antidepressivi possono avere effetti molto gravi, se presi in eccesso – prosegue Pani – la loro soglia di tossicità è bassa. Basta superare di poco le dosi consigliate per rischiare seriamente la vita». Ma in questo campo, sostiene Zapparoli, è la domanda che crea l’offerta: «Oggi c’è soprattutto bisogno di sfuggire dalla realtà. La vita così com’è non ci piace e allora cerchiamo una pillola per indorarla».
Fonte: http://www.repubblica.it/salute/medicina/2017/09/18/news/sul_web_c_e_lo_psicoboom-175268160/