Intervista con Rosaria Iardino, Presidente della Fondazione The Bridge.

Hiv-Aids e cure innovative, ma anche nodi cruciali come prevenzione e sensibilizzazione sul tema per arginare i nuovi casi di infezioni. Quali strumenti mettere in campo? Ne parliamo con Rosaria Iardino, Presidente della Fondazione The Bridge.

 

Nel nostro Paese ritiene che le cure, oggi innovative, per curare l’Hiv, siano garantite e ugualmente distribuite in tutte le regioni?

 

No. Come in tantissime altre patologie esistono differenze tra regioni e regioni sia per l’accesso all’innovazione sia per l’accesso alle cure.

 

Mentre si continuano a fare passi avanti nella ricerca scientifica, oggi il nodo da sciogliere resta ancora la prevenzione e la sensibilizzazione sul tema per arginare i nuovi casi di infezioni: come si può affrontare? E con quali strumenti?

 

Lo strumento di prevenzione non è utilizzato dalle istituzioni; bisognerebbe creare un momento di confronto tra le associazioni di volontariato, i medici e le istituzioni per elaborare nuove strategie di prevenzione

 

Come i medici di medicina generale possono coadiuvare le terapie attuali per fronteggiare le malattie infettive croniche?

 

A mio avviso, le persone con HIV o le persone con malattie infettive devono rimanere in carico allo specialista e cominciare un dialogo reale e costruttivo con il medico di medicina generale perché la persona non ha solo la malattia infettiva ma anche altre patologie.

 

Come il Paese potrà garantire una serena convivenza tra le diverse espressioni religiose, sessuali, civili e politiche?

 

L’unica garanzia di una serena convivenza è la laicità dello Stato.