
Lotta alla cronicità: la Lombardia lancia un nuovo modello di presa in carico
Assessore Gallera: «Con una rete di strutture pubbliche e private cureremo i pazienti più fragili».
In Regione Lombardia vivono 3,3 milioni di persone affette da patologie croniche, il 10% dell’intera popolazione, e assorbono il 70% dell’intera quantità di risorse della sanità lombarda. La Regione Lombardia, sistema sanitario di eccellenza per avere tanti ospedali di grande qualità diffusi sul territorio, e per avere una rete territoriale fatta di medici con i quali in questi anni si sono fatte sperimentazioni importanti di presa in carico dei pazienti cronici, prova a lanciare una nuova sfida, costruire un “modello di presa in carico del paziente cronico” a partire da gennaio 2018.
Assessore Gallera, di che si tratta?
In questo progetto sono coinvolti 294 gestori, tra medici di medicina generale e strutture sanitarie e socio sanitarie accreditate e contrattualizzate con il sistema sanitario che si occuperanno di trattare 65 patologie croniche. Ad ogni paziente arriverà una lettera che indicherà queste strutture (tendenzialmente di prossimità o quelle che già frequenta per facilitare il percorso di cura). In questo modo ad ogni paziente verrà costruito un vestito su misura sui suoi bisogni: il paziente non si dovrà più preoccupare di prenotare gli esami e di organizzare la sua salute da solo, ma ci sarà il gestore-struttura che prenoterà gli esami, che terrà contatti costanti con lui, che verificherà che il percorso farmacologico proceda secondo gli standard, e si terrà sempre in collegamento attraverso i device della telemedicina e della telesorveglianza.
Quali vantaggi apporterà questo “sistema di rete di presa in carico”?
Migliorerà in maniera significativa e notevole la qualità della vita del paziente cronico; significherà meno stress, meno code, meno preoccupazioni, più accompagnamento, più facilità e più serenità. E’ un’opportunità straordinaria per i nostri concittadini più fragili. Ma non è soltanto questo.
Cos’altro?
Così fatta, l’organizzazione della gestione del paziente cronico ci consentirà da una parte di alleviare il carico dei pronti soccorsi, di rendere meno lunghe, o ancora meglio, di azzerare le liste d’attesa; dall’altra far sentire il paziente realmente accompagnato e non abbandonato.
Dove sono elencate le strutture che si prenderanno cura dei pazienti cronici?
Sul sito della Regione Lombardia sono elencati tutti i 294 gestori con le varie filiere. L’utilizzo del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico diventerà fondamentale ed obbligatorio per tutto questo. Ma il Fascicolo Sanitario Elettronico è importante per tutti, non soltanto per chi ha una patologia.
Perché?
Perché nel Fascicolo Sanitario ci sono già le informazioni sulla nostra salute e dunque è molto più semplice per coloro che devono prendersi cura di noi di poter gestire al meglio la nostra salute.
Ci faccia degli esempi.
La legge impone di consegnare i certificati vaccinali dei nostri figli? In Regione Lombardia dal certificato sanitario dei genitori si può scaricare il certificato vaccinale senza dover andare a fare le code al centro vaccinale. Si vuole fare il cambio del medico di medicina generale? Si vuole capire se il pediatra fa le vaccinazioni per il meningococco B o C, per esempio, o altre vaccinazioni? Tutto questo è possibile attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico. Anche il paziente non cronico che deve fare un esame del sangue può visionare gli esiti attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico, senza spostarsi da casa. Insomma, i cittadini lombardi hanno a disposizione un buon servizio sanitario, lo devono utilizzare al meglio, in questo modo non si sprecheranno risorse pubbliche.
Ora parliamo di ospedalità. E’ sempre stata un vanto del sistema sanitario lombardo e polo attrattivo, al punto che molte persone di altre regioni d’Italia decidono di farsi curare in Lombardia. Come è stato possibile?
Abbiamo fortemente investito su un doppio canale. Da un lato abbiamo rafforzato l’offerta pubblica con investimenti in edilizia sanitaria ingentissimi negli ultimi 10 anni, costruendo quindi ospedali nuovi, basti pensare che nell’ultimo anno abbiamo investito 300 milioni di euro solo per ammodernare il parco tecnologico dei nostri ospedali e i reparti più congestionati. Dall’altra abbiamo avuto l’intuizione di aprire la nostra sanità al privato con l’accreditamento delle strutture private. Il privato è un driver fondamentale, è un grande partner, è una realtà che non fa speculazione ma fa servizio pubblico in maniera egregia, efficace ed efficiente e noi ne siamo molto orgogliosi. Oggi delle risorse che vengono destinate alla sanità, il 34% è intercettato dalla sanità privata e il 67% dalla sanità pubblica. Oggi ci gratifica sentire che i cittadini considerano i grandi ospedali privati del nostro territorio come qualcosa di pubblico, questo vuol dire che siamo riusciti ad integrare al meglio pubblico e privato. Sono orgoglioso che la sanità privata abbia diritto anche alla sfida della presa in carico del paziente cronico perché, ancora una volta, tutti insieme gestiremo una partita importante per migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini.