Giovedì – 25 Marzo
La Puglia ha superato quota mille casi Covid-19 (siamo a 1093, con una lieve flessione dell’aumento dei contagi da 93 a 88 tamponi positivi). Il numero dei morti è salito a 48. La prevalenza è ora di 2,5 casi su 10 mila abitanti con il picco nella Provincia di Foggia, dove raggiunge i 4,06. È ancora bassa, se confrontata ai valori italiani più critici (MIlano 17,8, Padova 15,6, Bergamo 60,6, Cremona 85,17), ma gli ospedali della regione sono al limite.
«Ci stiamo avvicinando lentamente alla saturazione del sistema – dichiara Michele Emiliano-. Dobbiamo dirlo chiaro, perché altrimenti non riusciamo a capirci: abbiamo gli ospedali pronti, il 118 è efficientissimo, la macchina è attiva. Ma ci mancano i dispositivi di protezione individuale e i ventilatori che la Protezione civile ci ha promesso da giorni. Non è arrivato nulla. Così abbiamo poche ore di autonomia.»
Sono stati creati gli ospedali COVID-19. I posti letto dedicati ora ci sono in tutta la Regione, ma medici e infermieri non si sentono protetti, perché aumentano i contagi nelle corsie. Ieri il Policlinico di Bari è stato costretto a chiudere un padiglione chirurgico (Chirurgia Balestrazzi), dove due medici e due infermieri sono risultati positivi al test. Nell’Ospedale di Altamura il conteggio dei positivi è salito a 18 operatori e il presidio di Castellaneta è completamente out, dopo il contagio di 4 medici e 11 infermieri. Nel Salento gli operatori positivi sono 25. Ora gli ospedali rappresentano i focolai più ad alto rischio. Sino a quando personale e pazienti non verranno adeguatamente protetti. Gli ordini di materiale per 38 milioni di euro fatti ieri, non è detto che verranno mai esauditi.
«La protezione civile non ci sta mandando nulla – continua il Presidente della Puglia -. Sono arrivati soltanto quattro, cinque respiratori. Noi abbiamo preparato quello che dovevamo: abbiamo attrezzato 12.200 posti letto dedicati Covid, chiesto la collaborazione delle cliniche private. Tutto è pronto. Fuorché i dispositivi, nonostante la Puglia si fosse mossa con assoluto anticipo, a gennaio quando l’emergenza non era ancora scoppiata. Io sto provando a fare il contrabbandiere acquistando dispositivi da altri Paesi: non mi hanno nemmeno accreditato i fondi sui conti correnti della Protezione civile di cui io dovrei essere il commissario.»
In Regione, intanto, sono partiti i test rapidi sierologici (analisi su una goccia di sangue dopo una puntura sul dito). Indicano la positività anticorpale (IgM e IgG), non la presenza del virus nel sangue. La sperimentazione è partita dall’Istituto Tumori di Bari, dove verranno screenati medici e infermieri.
«Pur non essendo ancora validi per fare diagnosi individuali di malattia – dichiara Pier Luigi Lopalco, Coordinatore della task force regionale – sono comunque in grado di fornire importanti informazioni sulla modalità di circolazione dei virus.»
DANIELE AMORUSO