Chi si circonda di tanti amici, persone affettuose e fidate, va incontro negli anni a un declino cognitivo più lento. È quello che suggerisce uno studio pubblicato su PlosOne condotto su un campione di ultraottantenni dotati di una memoria episodica simile a quella di adulti più giovani di 20-30 anni, i cosiddetti SuperAgers.
I partecipanti all’indagine sono stati sottoposti al Ryff Psychological Well-Being Scale, un questionario diffusamente utilizzato dagli psicologi che consiste di 42 item e serve a misurare il benessere psicologico valutando 6 aspetti: relazioni interpersonali positive, autonomia, controllo ambientale, autoaccettazione, crescita personale, scopo nella vita.
Lo studio segna un ulteriore passo avanti nell’individuazione dei fattori che influenzano la decadenza cognitiva e la perdita di memoria legata all’invecchiamento. La relazione tra decadenza cognitiva e intensità delle reti sociali è stata già indagata, e numerose volte, con diversi studi pubblicati che hanno confermato il link socialità e malattia di Alzheimer o decadimento cognitivo lieve (MCI, Mild Cognitive Impairment in inglese). Questo non significa “che se hai una forte rete di amicizie, non ti ammalerai di Alzheimer”, ha comunque tenuto a chiarire Rogalski, “ma che se esiste una lista di scelte sane che si possono fare, come seguire una corretta alimentazione o non fumare, il mantenimento di una socialità forte può essere importante, e stare in quell’elenco”.
http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2017/11/05/news/l_amicizia_aiuta_il_cervello_e_rallenta_il_declino_cognitivo-180325470/