Oggi, l’infezione da HIV, la si scopre sempre più avanti: l’allungamento della vita media sta avendo ripercussioni anche sulle abitudini sessuali, mentre prima era una prerogativa dei giovanissimi.

Leggendo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità in occasione della giornata mondiale contro l’Aids, che si celebra oggi, si scopre che i nuovi casi di Hiv in Italia sono in diminuzione: furono 4140 nel 2012, sono stati 3451 l’anno passato (escludendo i ritardi nelle notifiche). Ma tra le pieghe dei nuovi contagiati, si intravedono almeno due spunti interessanti: un’età media della diagnosi sempre più avanzata (37,5 anni) e un picco massimo di incidenza tra i 25 e i 29 anni. Le ultime stime dicono che una diagnosi su cinque riguarda un over 50: cinque anni fa erano la metà.

Nel 2016 il capoluogo lombardo, con 313 casi, è stato secondo soltanto a Roma (392) per nuove diagnosi di infezione da Hiv: a seguire Torino (148), Napoli (110) e Bergamo (88). Limitandosi alle Regioni, la vetta l’ha conquistata la Lombardia (691): seguita dal Lazio (557), dall’Emilia Romagna (328) e dalla Toscana (292). Al polo opposto la Valle d’Aosta (7), il Molise (10), la Basilicata (15) e la Calabria (16).  In nove casi su dieci nel nostro Paese è quasi sempre di natura sessuale: con una leggera prevalenza dei rapporti eterosessuali rispetto a quelli tra uomini. Lo stesso trend si osserva in tutta Europa, dove peraltro il 68 per cento delle diagnosi di Aids (778 in Italia nel 2016) è avvenuto a meno di tre mesi dalla scoperta dell’infezione.

http://www.lastampa.it/2017/12/01/scienza/benessere/lhiv-si-scopre-a-anni-avanza-let-della-diagnosi-uEQyRyPKDVQD8SwqrK4lUK/pagina.html