Quest’anno saranno 4-5 milioni le persone costrette a letto a causa dell’influenza e altri 8-10 milioni saranno colpiti dai virus parainfluenzali. Gli esperti prevedono una stagione influenzale di media intensità, del tutto comparabile a quella dell’anno scorso quando i casi furono 5 milioni 421 mila.
“Sarà un anno interpandemico, con un solo nuovo virus, una variante dell’A/H1N1 detta Michigan, già inserita nel vaccino” spiega il professore Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario IRCCS Galeazzi di Milano. Gli altri saranno gli stessi dell’anno scorso, cioè l’A/H3N2 Hong Kong e i due virus B, B/Brisbane e B/Phuket.
IL FATTORE METEO
Come sta già accadendo in queste settimane settembrine con le sindromi para-influenzali, il meteo determinerà la gravità dell’epidemia influenzale e avrà quindi un impatto sulla sanità pubblica. “Se questo inverno dovesse essere lungo e freddo sicuramente si avranno molti più pazienti influenzati – spiega Pregliasco – Nel caso di inverno mite, ad avere la meglio saranno i 262 virus para-influenzali, che generalmente compaiono nei momenti pre-stagionali, non sono coperti dal vaccino e danno sintomatologie meno intense che vengono spesso confuse spesso con l’influenza vera e propria”.
L’INFLUENZA
Si può parlare di influenza, e non di infezioni respiratorie acute o sindromi para-influenzali, solo nel caso in cui si presentino tre condizioni contemporaneamente: insorgenza brusca di febbre elevata, superiore ai 38°; sintomi respiratori come naso che cola o mal di gola; almeno un sintomo sistemico, come dolori muscolari o articolari. Negli anziani, tuttavia, la febbre può non comparire e l’influenza mimare i guai neurologici.
GLI ITALIANI E L’INFLUENZA: REGOLE BASE SCONOSCIUTE O DISATTESE
“Nonostante il puntuale arrivo dell’epidemia ai primi freddi, gli italiani – ma non le italiane – sembrano non conoscere o ignorare le normali misure da adottare per evitare il contagio” si rammarica Pregliasco. Secondo un’indagine di Assosalute, il 15% non adotta nessuna precauzione, meno di una persona su due si lava spesso le mani e solo il 14% dice di ricorrere al vaccino anti influenzale. Inoltre, in caso di influenza, solo il 46% si copre naso e bocca quando starnutisce e solo 19,6% si lava bene le mani. Dati non incoraggianti anche sul fronte dei rimedi in caso di malattia: il 22% degli intervistati ricorre agli antibiotici, a volte con la connivenza del medico, e il 10% sceglie prodotti erboristici e farmaci omeopatici. “Sembra esserci anche una scarsa percezione del rischio di malattia e della rilevanza delle complicanze che, vale la pena ricordarlo, negli over 65, costituiscono il 10% dei casi”.
CHE FARE?
La prima regola è lavarsi spesso le mani, cercare di evitare lo starnuto altrui, che lancia nell’aria goccioline ad una velocità di 300 km/h. Inoltre, evitare gli spazi chiusi e umidi, ma anche gli sbalzi termici, verso il freddo e il caldo perché “paralizzano momentaneamente il movimento continuo delle ciglia presenti sulle cellule dell’apparato respiratorio che muovono il muco che si produce nelle parti più profonde del polmone verso l’alto in un continuo ricircolo. Questo blocco temporaneo riduce la barriera protettiva e facilita l’infezione virale”. Il farmacista può aiutare a “mirare il farmaco giusto o una combinazione di antipiretico, antitossivo, decongestionante nasale. Sarebbe però un errore abbassare completamente la febbre, fisiologica reazione dell’organismo”. Quando rivolgersi al medico? “Se non si vedono miglioramenti, in caso di ricaduta dopo un iniziale ripresa oppure se la tosse diventa grassa” spiega Pregliasco. “Attenzione ai bambini, che con un bacio possono contagiare zii e nonni”.
IL VACCINO
La copertura vaccinale, in Italia, è ancora bassa (il dato medio è sul 14%), soprattutto nelle categorie a rischio, anche se si osserva un trend positivo: negli over 65, l’anno scorso la copertura ha sfiorato 50%, “ancora troppo poco se si pensa che in questa fascia d’età il 10% dei casi di influenza va incontro a complicanze”. Pregliasco raccomanda il trivalente per gli anziani, che hanno avuto più contatti con i virus, anche se sono i bambini ad avere la più elevata risposta immunitaria. Secondo il virologo, dovrebbero vaccinarsi i gruppi più vulnerabili, come bambini, anziani, pazienti immunodepressi, con problemi cronici respiratori e cardiaci.
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