Interventi avanzatissimi che non richiederanno di aprire il torace per curare un cuore malato, chirurgia mini-invasiva per eseguire interventi multipli e, tra i beneficiari di una così avanzata cardiologia e cardiochirurgia, anche persone prima inoperabili. E’ questo il cuore pulsante della nuova sala ibrida dell’ospedale Molinette. Un fiore all’occhiello della cardiologia e cardiochirurgia piemontese che è stata inaugurata la scorsa settimana insieme al nuovo reparto di degenza in cardiochirurgia.
Valore complessivo dell’intervento: oltre quattro milioni e 300 mila euro. Presenti all’inaugurazione il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, il commissario della Città della Salute Gian Paolo Zanetta e la vicepresidente della Compagnia di San Paolo Licia Mattioli.
Nuova veste per reparto di degenza in cardiochirurgia
L’intervento ha visto la ristrutturazione completa dei 1.300 metri quadri del dipartimento cardio-toraco-vascolare diretto dal professor Mauro Rinaldi. Al finanziamento ha partecipato la Compagnia di San Paolo, che nel triennio 2015-17 ha speso 22 milioni per la sanità piemontese e per quello 2017-19 ne ha stanziati altri dieci.
<Il nuovo reparto di degenza in cardiochirurgia è un’opera che ci attendevamo da più una decina di anni – ha spiegato il professor Mauro Rinaldi -. In questi dieci anni abbiamo operato bene ma in situazioni logistiche spesso problematiche, questo nuovo reparto darà dignità anche alla nostra professione e soprattutto garantirà una condizione di degenza migliore ai nostri pazienti. Mantenere un dipartimento di questo tipo – ha rimarcato il professor Rinaldi – è stata una scelta geniale dell’azienda, perché è fondamentale per avere una cardiologia e una cardiochirurgia a livello top. >.
Il dipartimento unico cardio-toraco-vascolare della Città della Salute oggi dispone della terza sala operatoria ibrida del Piemonte (attrezzata per gli interventi di chirurgia mini-invasiva e tradizionali), dopo quelle già presenti al Mauriziano e a Cuneo: rappresenta l’unico esempio rimasto sul territorio nazionale di gestione integrata altamente specialistica delle patologie cardiaco-polmonari e o vascolari. La camera ibrida è una camera operatoria dalle caratteristiche tecnologiche molto avanzate che, oltre alle strumentazioni di una sala tradizionale per interventi di cardiochirurgia e chirurgia vascolare di elevata complessità, è dotata anche di apparecchiature integrate di diagnostica radiologica sofisticate, come un angiografo collegato ad un braccio robotizzato che produce immagini radiologiche anche tridimensionali in tempo reale. <Verranno eseguiti i più moderni interventi mininvasivi che riguardano le valvole cardiache e l’aorta discendente e ascendente – dice orgoglioso il professor Rinaldi -. E’ una grossa conquista, servirà tutto il dipartimento e aprirà un’epoca nuova nella chirurgia di tutti i giorni>.
Sul fronte della tecnologia le novità sono importanti. <Grazie ad una tecnica avanguardistica, che servirà nella chirurgia mininvasiva e nella nuova cardiologia strutturale, non esisterà possibilità di errore nel fare alcune manovre. Un esempio è l’inserimento di valvole: la possibilità di simulare l’intervento garantirà un margine di sicurezza in più>.
L’unione fa la forza: collaborazione tra pubblico e privato
<L’intervento è un importante esempio di collaborazione pubblico-privato – ha spiegato Gian Paolo Zanetta -, stiamo lavorando con un uso efficace delle risorse gettando un ponte verso il futuro Parco della Salute. Questo investimento, in una struttura che ormai manifesta ogni vetustà, è un segno della nostra volontà di stare al passo con i tempi e di guardare al futuro, ma senza sprecare risorse preziose perché le tecnologie sono trasportabili nel nuovo Parco della Salute>.
<Con circa 50 mila euro tutte le tecnologie potranno essere trasferite nel nuovo Parco> ha sottolineato Sergio Chiamparino, che proprio in merito al colossale progetto, ha anticipato che <entro l’estate partirà il bando per la sua realizzazione e per i primi mesi del 2019 potremo entrare in una fase decisamente più operativa. Dopo che il Tar ha respinto anche l’ultimo ricorso fatto sul progetto, a questo punto si tratta solo più del nostro lavoro. C’è stata una collaborazione piena con la Città di Torino e in pochi mesi è stato sciolto ogni nodo lavorando di comune accordo. Il via libera del Governo è arrivato>.
Liliana Carbone