È stata l’autonomia il tema centrale della Summer School, organizzata a Gallio, da Motore Sanità. Ad aprire il confronto tra i politici il ministro degli Affari Regionali Erika Stefani: “Governare il cambiamento implica scelte coraggiose. Penso al percorso dell’Autonomia che è a un passo dal compimento. La mia proposta sarà sul tavolo del consiglio dei ministri entro Ottobre e sarà una svolta per il Paese. Istituzionalizzeremo un nuovo sistema virtuoso di gestione della cosa pubblica – ha sottolineato il ministro Stefani – Alle Regioni che ne hanno fatto richiesta spetterà il compito di gestire in proprio le competenze alle quali corrisponderanno le relative risorse e quindi la responsabilità diretta degli amministratori di offrire ai cittadini servizi efficienti e senza sprechi. In questa evoluzione la sanità sarà chiaramente uno dei settori cruciali”.

Fabiola Bologna, componente XII Commissione (Affari Sociali), Camera dei Deputati ha dichiarato: “Ci sono regioni che hanno una sanità a livello europeo, che sanno organizzarsi meglio e che hanno una illegalità meno diffusa, e ci sono regioni con sistemi sanitari poveri perché mal gestiti e addirittura saccheggiati che costringono i loro cittadini a spostarsi per pagare o ricevere cure adeguate. Ci sono regioni che hanno avanzato richieste di Autonomia da quella legislativa, amministrativa a quella organizzativa.

Sull’argomento ha rafforzato l’assessore alla Sanità e Programmazione Socio-Sanitaria, Regione del Veneto Luca Coletto “Il nostro è un sistema universalistico, considerato tra i migliori del mondo perché costa meno degli altri e dà tutto a tutti e abbiamo l’obbligo di difenderlo e sostenerlo. L’Autonomia è la strada giusta e va perseguita con tenacia”.

Il presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha chiesto per la sanità “Autonomia assoluta”. “La strada è quella dell’Autonomia e se siamo convinti che la chiave verso il futuro sia il glocalismo, l’agire localmente pensando globalmente, vedremo come, almeno in Italia, le Regioni costituiscano il bacino ideale di azione: il Veneto ha quasi cinque milioni di abitanti, poco meno della Norvegia e più della Croazia e più del doppio della Slovenia per capirci, da sole le due provincie di Vicenza e Treviso nel 2017 hanno segnato un export di circa 30 miliardi contro i 28,5 dell’intera Grecia, ma ha una dimensione storica, culturale e territoriale tale da consentire il governo della modernità nella competizione internazionale” – ha detto il presidente Ciambetti.

Il Capo questore del Senato della Repubblica Antonio De Poli ha sostenuto quanto l’Autonomia sia una partita indispensabile. “Il Veneto potrà ancor di più il proprio sistema sanitario partendo da un potenziamento della medicina territoriale per rispondere ai cittadini, rafforzare la prevenzione e investire in risorse”.

Giovanni Endrizzi, componente 1° Commissione Permanente (Affari Costituzionali) Senato della Repubblica ha sostenuto che “La politica più vicina ai cittadini può garantire servizi di qualità e più efficace nell’impiego di risorse, a patto che proprio ad ai cittadini sia restituito potere di indirizzo nelle scelte e di controllo sulle azioni. Devono essere informati e ascoltati nelle scelte sulla rete ospedaliera e dei servizi – ha continuato il Senatore – Poter verificare neutralità e massima trasparenza sulle nomine della dirigenza, sulla spesa sanitaria, sugli appalti; avere accesso ai sistemi di monitoraggio e gestione ambientale, e poter verificare la qualità, puntualità, universalità di servizi e prestazioni. Così meriti e demeriti emergono; le Regioni virtuose dovranno avere maggiore autonomia, mentre per quelle inadempienti lo Stato dovrà esercitare un potere sostitutivo”.

Per l’onorevole Dario Bond “è giusto che il Veneto meriti l’Autonomia. Ma deve essere un’autonomia che ci consente di trattenere i tributi. Noi chiediamo che a fronte di una materia così importante, come è quella della sanità, ci teniamo i nove decimi dei tributi.

Sonia Viale, Vice Presidente Regione Liguria, Assessore Sanità Politiche Sociali, Immigrazione, Sicurezza ed Emigrazione: “In Regione Liguria abbiamo affrontato questa sfida con una profonda riforma della sanità, trasformando profondamente la governance con la creazione di un’azienda ligure sanitaria, Alisa, con compiti di coordinamento delle altre Asl. Abbiamo promosso un piano di efficientamento della spesa con l’azzeramento progressivo del disavanzo per poter reinvestire in sanità le risorse frutto dell’azzeramento del disavanzo. In questo modo abbiamo predisposto un piano di rinnovamento tecnologico, premi al personale impegnato nei pronto soccorso e via via individueremo altri filoni aggiuntivi rispetto alla spesa storica – ha sostenuto la Vice Presidente – Stiamo lavorando per promuovere come Regione Liguria un percorso di autonomia, in particolare nella materia sanitaria, perchè crediamo di poter cogliere questa sfida e di poter quindi avere maggiori spazi di scelta e decisione. C’è un problema forte di carenza di medici che anche noi scontiamo, soprattutto professionisti legati all’emergenza: grazie al percorso virtuoso di riduzione del disavanzo abbiamo potuto finanziare borse di studio ma certamente il Governo e il ministero dovranno affrontare questo tema con un piano di investimenti sul personale per colmare questo imbuto formativo che rischia di determinare una fortissima crisi del sistema sanitario pubblico che tutti insieme dobbiamo difendere.

Riccardo Riccardi, Vice Presidente e Assessore alla Salute, Politiche Sociali e Disabilità, Delegato alla Protezione Civile, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha introdotto il tema delle risorse in una regione a statuto speciale: “Al di là della dimensione il tema delle risorse diventa importante riguardo la loro certezza. Io ho l’esperienza della mia regione che è autonoma, la quale non è agganciata all’interno dell’attribuzione delle risorse del sistema sanitario nazionale ma ha negoziato una coopartecipazione.