Il progetto itinerante “Prevenzione possibile. La salute al femminile” dedicato alla prevenzione del cuore e delle ossa delle donne parte oggi, 8 marzo, in occasione della Festa della donna. Tema centrale del progetto è la prevenzione delle malattie cardiovascolari e dell’osteoporosi, e saranno proprio i medici di medicina generale Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), su un ambulatorio mobile attrezzato rosa, a informare le donne over 35 sull’importanza di modificare alcuni comportamenti non corretti, offrire consulti medici, fare una valutazione preliminare del rischio cardiovascolare ed una valutazione del grado di mineralizzazione ossea.
Gabriella Levato, medico di medicina generale di Fimmg Lombardia non solo, come donna, è orgogliosa di un progetto che mette al centro la salute delle donne, ma sottolinea allo stesso tempo il ruolo fondamentale del medico di medicina generale, ‘ponte’ fra i suoi assistiti e la prevenzione.
Qual è il ruolo del medico di medicina generale nella prevenzione di malattie importanti come quelle del cuore e delle ossa?
Il medico di famiglia è a tutto tondo l’interlocutore principale dei suoi assistiti sui temi di salute, prevenzione, nell’osservazione dei corretti stili di vita e sull’importanza di modificarli laddove non risultano corretti, penso al fumo di sigaretta, all’alcol, alla sedentarietà, alcuni dei fattori di rischio importantissimi di malattie cardiovascolari, per esempio, obesità e sovrappeso e anche di malattie osteoporotiche.
Per quanto riguarda le malattie cardiovascolari come è possibile fare prevenzione?
Se la famigliarità è una componente su cui non si può incidere, si può fare moltissimo invece intervenendo sui fattori di rischio, come il fumo di sigaretta, la sedentarietà che si può contrastare con almeno 30 minuti al giorno di attività fisica, come l’ipercolesterolemia che si può correggere con una dieta o con i farmaci, come il diabete di tipo 2 su cui si può intervenire tempestivamente con una dieta. Altro fattore di rischio è certamente una cattiva alimentazione, quindi una dieta sana ed equilibrata è importante per tutte le ragioni che abbiamo detto: può correggere l’ipercolesterolemia ma anche ridurre il colesterolo ‘cattivo’ (Ldl) e se è accompagnata dall’attività fisica, una dieta corretta è in grado anche di aumentare il colesterolo ‘buono’ (Hdl). La dieta sana è un ottimo alleato per contrastare anche malattie come i tumori.
Parliamo di osteoporosi: quando è importante cominciare una prevenzione della malattia?
Innanzitutto è necessario distinguere i soggetti più a rischio da quelli non a rischio. L’osteoporosi va individuata in soggetti con caratteristiche particolari di sviluppare la malattia, come per esempio donne particolarmente magre e piccole di costituzione, fumatrici e consumatrici di alcool, con carenza di vitamina D, che sono andate in menopausa prima dei 45 anni, che praticano una ridotta attività fisica, che sono colpite da malattie associate a osteoporosi oppure usano farmaci cortisonici. In questi soggetti, più che di prevenzione, si parla di controlli: la Moc o la densitometria ossea o Dxa (Dual Energy X-ray Absorptiometry) è un test che confronta la “densità” delle ossa del paziente con quelle di un adulto medio. Per gli altri soggetti prevenire l’osteoporosi significa seguire stili di vita corretti quindi fare attività fisica, seguire una dieta sana ed equilibrata, non fumare e non bere alcolici.
Cosa pensa del progetto “Prevenzione possibile”?
È un progetto che nasce con ottime intenzioni e si spera che possa avere un seguito, perché arrivare nelle piazze italiane portando alle persone sane il messaggio che “è possibile modificare alcuni comportamenti non corretti nella vita di ciascuno” è straordinario, dovrebbe essere lo scopo principale della sanità pubblica. Naturalmente è un compito del medico di medicina generale fare prevenzione primaria e coinvolgerlo in questo progetto è essenziale e conferma il suo ruolo di interlocutore e ‘medico di territorio’ che sa relazionarsi con la popolazione, che crea una relazione di fiducia con il proprio assistito e la valutazione che fa sulla popolazione, in questo caso le donne, sarà oggetto di attenzione del medico di famiglia. Da questo punto di vista è corretto il coinvolgimento del medico di medicina generale.
Le donne e la prevenzione: cosa c’è ancora da fare?
Rispetto al passato, quando le donne si rivolgevano al proprio medico ‘per la famiglia’ e non tanto per se stesse, oggi le donne si prendono molta più cura della loro salute. Al di là dei consigli legati ad una visita ginecologica o ad una terapia sostitutiva ormonale, la donna oggi si rivolge al proprio medico di famiglia anche per informarsi sui corretti stili di vita, sull’astensione dal fumo, per esempio, e sugli screening la quale adesione è aumentata. Questo dimostra che il rapporto tra donne e prevenzione è migliorato ed è cresciuto.