Dal 2018 aumenta il requisito di età richiesto per la pensione di vecchiaia delle lavoratrici dipendenti e autonome. Aumento di un anno dell’età pensionabile per le lavoratrici dipendenti e di 6 mesi per le lavoratrici autonome dal 1° gennaio 2018: in questo modo, la pensione di vecchiaia sarà raggiunta a 66 anni e 7 mesi da tutti, uomini e donne.
Si realizza così uno degli obiettivi della riforma delle pensioni Fornero [1], la parificazione dei requisiti di età per l’accesso alla pensione:
l’aumento del requisito di età per le donne nel 2018, difatti, non è una novità, ma era previsto dalla stessa legge Fornero. Per le lavoratrici, dunque, nonostante le numerose proposte sull’anticipo della pensione, come l’Ape rosa e la proroga dell’Opzione donna, l’unica certezza al momento è quella dell’aumento imminente dei requisiti per l’uscita dal lavoro.
Requisiti che, tra l’altro, continueranno ad aumentare nel 2019, poi nel 2021, nel 2023 e così via ogni biennio, secondo gli adeguamenti automatici alla speranza di vita. Contro gli adeguamenti si stanno però mobilitando i sindacati, in particolar modo per l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni per tutti dal 2019: si tratta di un aumento maggiore rispetto alle previsioni delle tabelle Fornero, secondo cui l’età pensionabile, nel 2019, dovrebbe essere pari a 66 anni e 11 mesi.
Ma procediamo per ordine e vediamo, secondo le previsioni della legge Fornero, come dovrebbero aumentare i requisiti per la pensione di vecchiaia nel tempo.
Aumento dei requisiti della pensione di vecchiaia
Per ottenere la pensione di vecchiaia è necessario possedere un determinato requisito anagrafico, che varia nel tempo, assieme ad almeno 20 anni di contributi (15 anni per chi rientra nella Deroga Amato o nell’Opzione Contributiva Dini); l’assegno di pensione, inoltre, non deve risultare inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale (cioè a circa 672 euro) per chi ha diritto al calcolo esclusivamente contributivo della prestazione (basato cioè sui contributi versati e non sugli ultimi stipendi), cioè per chi non possiede contributi versati prima del 1996.
Vediamo, nella tabella, i requisiti d’età necessari per ottenere la pensione di vecchiaia, anno per anno:
2017: 66 anni e 7 mesi per gli uomini e le dipendenti pubbliche, 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome, 65 anni e 7 mesi per le dipendenti;
2018: il requisito sarà pari a 66 anni e 7 mesi per tutti, uomini e donne;
2019: 66 e 11 mesi; si vorrebbe però aumentare il requisito a 67 anni; i sindacati sono contrari sia all’aumento a 67 anni, sia a 66 anni e 11 mesi, in quanto non sono stati registrati aumenti, ma decrementi della speranza di vita;
2020: 66 e 11 mesi ;
2021: 67 e 2 mesi;
2022: 67 e 2 mesi;
2023: 67 e 5 mesi;
2024: 67 e 5 mesi;
2025: 67 e 8 mesi;
2026: 67 e 8 mesi;
2027: 67 e 11 mesi;
2028: 67 e 11 mesi;
2029: 68 e 1 mese;
2030: 68 e 1 mese;
2031: 68 e 3 mesi;
2032: 68 e 3 mesi;
2033: 68 e 5 mesi;
2034: 68 e 5 mesi;
2035: 68 e 7 mesi;
2036: 68 e 7 mesi;
2037: 68 e 9 mesi;
2038: 68 e 9 mesi;
2039: 68 e 11 mesi ;
2040: 68 e 11 mesi;
2041: 69 e 1 mese;
2042: 69 e 1 mese;
2043: 69 e 3 mesi;
2044: 69 e 3 mesi;
2045: 69 e 5 mesi.
I requisiti, successivamente a tale data, aumentano sempre di 2 mesi ogni biennio; gli adeguamenti automatici, però, potrebbero variare nel caso in cui l’aspettativa di vita riscontrata dall’Istat sia differente da quella prevista. Ad esempio, se, per gli anni 2016 e 2017 l’Istat riscontrerà, come nel 2015, un decremento della speranza di vita, nel 2019 il requisito per la pensione di vecchiaia dovrebbe restare fermo a 66 anni e 7 mesi.
Fonte: https://www.laleggepertutti.it/175520_pensione-di-vecchiaia-aumento-dei-requisiti-per-le-donne