sale quotisiano
Non più di un cucchiaino da caffè. È questa la raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riguardo al consumo di sale, che nella popolazione italiana è decisamente eccessivo. Mediamente, infatti, si consumano circa 10,6 grammi di sale al giorno (gli uomini) e 8,2 grammi (le donne). Quasi il doppio dei 5 grammi indicati dalle linee guida, che comprendono non solo quello aggiunto in cucina nelle pietanze, ma anche quello già presente negli alimenti confezionati. 

 
Gli alimenti più ricchi di sale “nascosto” sono quelli trasformati. Parliamo di pane, cereali, salumi e formaggi, ma anche e soprattutto prodotti industriali, come sughi già pronti, legumi e altri prodotti in scatola. Non è un caso, infatti, che il 75% del consumo di sale proviene dagli alimenti confezionati che acquistiamo al supermercato o che ci vengono serviti nei bar. 
 
Come ridurre il consumo di sale nella vita di tutti i giorni? Prima di tutto leggere sempre le etichette nutrizionali dei prodotti, evitando quelli troppo salati. In un attimo dalla vostra lista delle spesa scompariranno salse, cibi pronti e in scatola, dadi da brodo e piatti precotti. In cucina, invece, utilizzare spezie, erbe aromatiche fresche, limone o aceto al posto del sale, e preferire i formaggi freschi a quelli stagionati. Se fate uno spuntino a metà pomeriggio, optare per frutta e spremute, un’ottima alternativa agli snack confezionati (e salati).
 
Quando il pizzico di sale non può mancare, invece, optate per quello iodato, indispensabile per mantenere in salute la vostra tiroide. Sale iodato significa 30 milligrammi di iodio per chilo. E lo iodio è un minerale fondamentale per il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea. 
 
Ridurre il consumo di sale a 5 grammi al giorno è fondamentale. Non solo perché migliora la sensibilità gustativa e fa abituare a un gusto meno sapido recuperando il sapore naturale dei cibi, ma anche e soprattutto perché riduce i rischi per la salute. Quali? Il problema principale è quello di un danno vascolare progressivo. Il sale, nel corso degli anni, comporta un deterioramento della parete delle arterie. Gli effetti si possono presentare sotto forma di un aumento della pressione arteriosa più o meno precocemente a seconda della maggiore o minore predisposizione individuale. Un eccesso di sale nella dieta comporta anche una perdita di calcio con le urine e quindi maggiori rischi di calcolosi renale e di osteoporosi, con maggiore fragilità ossea e rischio di fratture.