Personale sanitario adeguato, per numero e competenze, strutture di emergenza-urgenza realmente organizzate come prevede la normativa più recente, un sistema di monitoraggio del sovraffollamento. Ma anche specifiche linee guida e raccomandazioni dedicate insieme a un nuovo impegno nella ricerca clinica in Medicina d’Emergenza.

Sono queste le richieste che i direttori di Medicina d’emergenza-urgenza hanno avanzato per migliorare i pronto soccorso italiani.

Le proposte dettagliate sono contenute in una lettera inviata a Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, Walter Ricciardi, presidente Iss, l’stituto superiore di Sanità e Francesco Bevere, direttore generale di Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

“Con i cinque punti del messaggio – ha spiegato Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu – ci rivolgiamo ai decisori, esprimendo richieste e insieme offrendo la collaborazione dei professionisti: il sistema dell’emergenza urgenza in Italia è ancora molto frammentato, con differenze sensibili da regione a regione, ma accomunato da alcuni grandi, annosi problemi che devono trovare una soluzione strategica e comune. A rischio c’è il servizio pubblico dell’emergenza sanitaria, che è sempre più sotto pressione e rischia di esplodere”.

Il testo è stato elaborato a conclusione dell’Accademia dei Direttori, organizzata da Simeu e che si è tenuta a Bologna il 18 e 19 settembre scorsi. Dopo la raccolta delle firme, la lettera è stata inviata alle istituzioni.

Hanno firmato i direttori di struttura di Medicina di emergenza urgenza, in un numero che, riportato ai pronto soccorso che ciascuno di loro rappresenta, corrisponde a circa 7 milioni di accessi, dei circa 20 milioni totali in un anno.

http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=54655&fr=n