Cos’è il COVID-19

Una vasta famiglia di virus che causano diverse malattie che possono essere innocue come il comune raffreddore a malattie gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (Mers) e la Sindrome respiratoria acuta grave (Sars). I Coronavirus sono ben conosciuti: la prima volta sono stati identificati a metà degli anni ’60 e sono noti per infettare l’uomo ed alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi). Il COVID-19 (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata) è un nuovo ceppo di Coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo.

Come prevenire il contagio:

Lavarsi le mani.

In assenza di un vaccino per evitare di essere contagiati l’arma più efficace resta quella di curare l’igiene. Il coronavirus si trasmette molto facilmente, proprio come un comune raffreddore. E quindi il modo migliore per evitare il contagio è quello di non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani sporche. E’ consigliabile quindi evitare di toccare superfici sporche, lavarsi spesso e con attenzione le mani: il consiglio ovviamente è quello di utilizzare il sapone ma anche di fare attenzione a intrecciare le dita e frizionare palmo contro palmo. Se starnutite o tossite, fatelo in un fazzoletto o nel gomito e cercate di stare a “distanza di sicurezza” da chi mostra tali sintomi. Al contrario, le mascherine chirurgiche sono consigliate solo agli operatori sanitari e in ogni caso quelle normali non bloccano i virus, servono le maschere con standard Ffp3, più care e disponibili sono nei negozi specializzati.

Come puoi infettarti:

Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite la saliva, tossendo e starnutendo. Oppure con contatti diretti personali, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi. Per “contatto stretto” si intende quello di un operatore sanitario impiegato nell’assistenza di un malato o quello di vivere nella stessa casa: un marito può facilmente contagiare la moglie e viceversa, ma anche un aereo, dove si considera contatto stretto aver viaggiato nella stessa fila o nelle due file antecedenti o successive a quello di un malato.

I possibili sintomi:

Sono molto simili a quelli di una banale influenza, almeno nella fase iniziale: febbre, tosse, mal di gola. In casi più rari ci sarebbero anche congiuntiviti e diarrea. In circa l’80-85% dei casi, secondo le stime che sono ancora in fase di studio, tutto si risolve così, senza particolari complicazioni. In casi più rari la malattia evolve in polmoniti che possono portare a gravi insufficienze respiratorie e renali. Il consiglio dei medici è quindi quello di non allarmarsi per qualche colpo di tosse o poche linee di febbre ma di consultare un medico se subentrano difficoltà respiratorie, se si pensa di essere entrati in contatto con persone malate o se si è stati di recente in una delle zone colpite dall’epidemia, in Cina o in Italia. La speranza è che anche questo Coronavirus con l’arrivo della bella stagione e del caldo rallenti di molto la diffusione, facilitando il contenimento.

Infettati: il caso degli asintomatici

Si può essere contagiati anche da persone asintomatiche. Come ha specificato l’OMS, è una possibilità ritenuta rara ma non impossibile. I primi ad analizzare il virus, per ovvi motivi, sono stati i cinesi e sono stati proprio loro a pubblicare un recente studio che dimostra che la quantità di Coronavirus presente nella gola e nel naso dei pazienti asintomatici è paragonabile a quella dei malati con sintomi. Questo significa che anche loro sono potenzialmente in grado di diffondere la malattia ma le probabilità sono più basse: l’assenza di starnuti e tosse infatti rende più improbabile la dispersione nell’area delle gocce che sono la fonte primaria dell’infezione. E’ infatti un parere condiviso da tutta la comunità scientifica che più i sintomi sono evidenti, più è facile che i soggetti siano contagiosi.

Il modo per sapere la verità: il tampone

Solo i medici possono ordinare di farlo e non siamo noi a decidere di fare il tampone. Si tratta di una sorta di cotton fioc con il quale si preleva un campione organico dalla gola del paziente. Nulla di doloroso o di pericoloso. Il campione viene poi inviato a un laboratorio medico appositamente attrezzato per le analisi del caso.

Come gestire la quarantena in casa

Il test del tampone ha dato esito positivo e il paziente quindi ha contratto la temuta malattia. In questo caso, con ogni probabilità scatterà il ricovero. C’è però un’ipotesi intermedia: il paziente è venuto a contatto con qualche malato ma non ha manifestato la malattia. Tenendo conto che quest’ultima ha un periodo di incubazione di 14 giorni (almeno questo è il dato al momento, ma si cominciano a segnalare singoli casi di periodi più lunghi) occorre però evitare contatti con altre persone. Una volta la si chiamava quarantena, oggi sarebbe più corretto parlare di “isolamento domiciliare” ma la sostanza non cambia: ci si chiude in casa o in una struttura apposita e si aspetta di capire se si manifesta la malattia. Chi si ritrova costretto a restare chiuso in casa, dovrebbe prima di tutto allontanare eventuali parenti anziani, i più a rischio in caso di infezione. Poi restano valide le normali regole del buonsenso: lavare le mani e la biancheria personale, se possibile utilizzare bagni separati, disinfettare le superfici. Sembra strano, ma ancora non si sa se il virus possa essere trasmesso attraverso rapporti sessuali: in ogni caso, l’astinenza è vivamente consigliata.