La spesa sanitaria nella Nota di aggiornamento del Def appena varata da Palazzo Chigi è prevista a quota 115 mld nel 2018, 116 mld nel 2019, e 118 mld nel 2020. La sua incidenza sul Pil si conferma in decrescita: passerà dal 6,6% del 2017 al 6,3% nel 2020.
L’unica variazione rispetto al Def di aprile si registra nel 2020, quando l’incidenza sul Pil, allora prevista a quota 6,4% così come per il 2019, oggi viene rivista al ribasso al 6,3%. Rispetto alla previsione contenuta nel Def 2017, l’orizzonte temporale è esteso al 2070 in coerenza con gli orientamenti recentemente condivisi in ambito europeo e già recepiti nelle previsioni aggiornate elaborate dalla Ragioneria generale dello Stato. Qui si può notare come l’incidenza della spesa sanitaria sul Pil invertirà il suo trend a partire dal 2025, quando dal 6,3 passerà al 6,6%, e toccherà il suo culmine nel 2050 quando raggiungerà quota 7,7%. Tornerà poi a scendere nel 2050-2060 al 7,6%. Una spesa in linea, se non inferiore, a quelle già ora registrate da Paesi quali Austria, Paesi Bassi e Francia. Nel Piano nazionale di riforma, per la sanità, vengono citati l’attuazione del Patto per la salute e del Patto per la sanità digitale da realizzarsi entro il 2017. Viene poi menzionato il completamento della Riforma della Pubblica Amministrazione e, tra le riforme e le raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea, le disposizioni integrative e correttive in materia di dirigenza sanitaria che intervengono sulla disciplina riguardante il conferimento degli incarichi di direttore generale, di direttore amministrativo e di direttore sanitario, nonché di direttore dei servizi socio-sanitari.
Infine, nel testo si prevede una manovra netta per il 2018 pari a circa lo 0,6% del Pil, da dettagliare nella Legge di Bilancio per il 2018. Come programmato nel Def, sarà evitata l’entrata in vigore nel 2018 degli aumenti Iva previsti dalla legislazione vigente, in parte già disattivati dalla manovra di aprile.
Saranno inoltre, rifinanziate le cosiddette politiche vigenti, inclusive delle risorse per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego.
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