Roma. 10 ottobre 2019 – Il medico di famiglia, attraverso un’attività di informazione e prevenzione, può contribuire a ridurre di circa il 20% il numero delle cadute degli anziani e di circa il 45% il numero di accessi al pronto soccorso. È quanto emerge dallo studio PREMIO (Studio di Prevenzione primaria delle cadute domiciliari in pazienti anziani a rischio), realizzato dalla Scuola di Ricerca della FIMMG in collaborazione con il Centro Ricerche San Raffaele Roma e presentato nell’ambito del 76° Congresso nazionale FIMMG-Metis a Villasimius (Cagliari). «FIMMG, considerando come il medico di medicina generale per il suo ruolo sul territorio caratterizzato dal rapporto di fiducia con l’assistito e la continuità nel tempo dell’assistenza sia l’interlocutore privilegiato per l’implementazione di programmi di prevenzione, ha voluto realizzare questo studio che ha l’obiettivo primario di analizzare la differenza annuale, in termini di tasso di cadute riportate, tra un gruppo di pazienti non informati (CONTROLLO) e un gruppo di pazienti a cui viene offerto un programma di intervento coordinato dal MMG (INTERVENTO)» sottolinea una nota della federazione.
«118 ricercatori – spiega – hanno arruolato 1747 pazienti di oltre 65 anni, divisi in due gruppi, seguendoli nell’arco di 12 mesi. Al gruppo di intervento è stata offerta una serie di iniziative informative – educazionali finalizzate a ridurre il rischio ambientale di cause di cadute e un programma settimanale di attività fisica da svolgere a casa». «I risultati preliminari dello studio PREMIO – continua il comunicato – mettono in evidenza una riduzione di circa il 20 per cento di cadute complessive degli anziani appartenenti al Gruppo di intervento, con una significativa riduzione degli accessi al pronto soccorso, tra i due Gruppi di circa il 45 per cento, oggi intasati a causa degli innumerevoli accessi impropri». «La medicina generale ha condotto con grande impegno questo studio dimostrando capacità di svolgere studi di popolazione – ha sottolineato Walter Marrocco, direttore della Scuola di Ricerca della FIMMG – pur affrontando una serie di difficoltà, tra cui la mancanza di un quadro normativo che faciliti l’attività di ricerca e l’assenza degli elenchi dei medici ricercatori in medicina generale non presente in tutte le ASL, come previsto dalla legge». Lo Studio sembra altresì dimostrare come l’intervento del Medico di Medicina Generale sia particolarmente efficace nella prevenzione delle conseguenze legate all’invecchiamento della popolazione e agli effetti negativi delle condizioni di cronicità e complessità dei pazienti reali.