I nuovi casi di tumore al seno sono in aumento in tutta Europa, ma una percentuale sempre maggiore di donne riesce a sopravvivere. Peccato che poi molte di quelle che ce l’hanno fatta non riescano a ritornare al lavoro a causa della mancanza di supporto e considerazione da parte dei datori di lavoro.
A dimostrarlo è un nuovo rapporto dell’Economist Intelligence Unit commissionato da Pfizer.
L’incidenza del tumore al seno. La situazione varia enormemente nei vari Paesi europei e l’Italia non ne esce tanto bene. In base ai dati presentati, l’Italia è al sesto posto in Europa per tasso di incidenza con 162,9 casi di tumore al seno per 100mila donne. Un dato superiore rispetto a quello dei paesi dell’Europa meridionale, dove la media è di 102,4 casi per 100mila. Per tutte queste donne poter tornare ad una vita normale e quindi anche al lavoro dopo aver affrontato un tumore e le cure necessarie per sconfiggerlo è di vitale importanza.
I dati disponibili sul tasso di lavoratrici tornate al lavoro sono pochi ma il numero è in linea con quelli europei, pari al 77,9% dopo due anni. Uno studio condotto dalla Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato (FAVO) in collaborazione con il Censis nel 2012 aveva rivelato che su un totale di un milione di pazienti sopravvissuti al cancro in età lavorativa, 274mila sono stati licenziati, costretti al pensionamento o alle dimissioni. E poiché la percentuale di incidenza di tumori al seno in Italia è del 20%, gli economisti stimano che più o meno questa sia la percentuale di donne che hanno perso il lavoro a causa del tumore al seno. Un altro studio più piccolo è stato condotto nel 2016 da Europa donna Italia: su 122 donne in età lavorativa colpite da tumore al seno, la metà aveva avuto problemi nel tornare al lavoro, il 24% ad esercitare i propri diritti o era stata penalizzata sul lavoro.
http://www.repubblica.it/salute/2017/10/12/news/tumore_al_seno_dopo_la_guarigione_per_molte_tornare_al_lavoro_e_difficile-178052299/