L’aumento dei casi di tumore al pancreas in 15 anni risulta essere quasi del 60 per cento. Per quest’anno, infatti, le stime parlano di 13.700 diagnosi: nel 2002 erano 8.600.

Una crescita che per gli esperti si deve ovviamente all’aumento dell’età media della popolazione, ma anche al fumo – a cui è riconducibile il 20-30% dei casi – alla sedentarietà e all’obesità, che sono i maggiori fattori di rischio per questa malattia. L’alimentazione, infatti, sembra giocare un ruolo molto importante e potrebbe spiegare la grande differenza geografica osservata per l’incidenza: al Sud, dove si segue di più la dieta mediterranea e vi è un maggior consumo di verdura e frutta, si registrano meno casi di tumore del pancreas rispetto al Nord: – 25% fra gli uomini e -28% fra le donne.

16 novembre, giornata internazionale sul tumore del pancreas. A ricordare l’importanza della prevenzione, attraverso l’alimentazione, l’attività fisica e la lotta al fumo, è la Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) che aderisce alla Quarta Giornata mondiale sul tumore del pancreas, evento internazionale che si celebra il prossimo 16 novembre, promosso da 60 associazioni di pazienti, medici e cittadini di 27 diversi paesi. “E’ fondamentale migliorare il livello di consapevolezza dei cittadini e delle Istituzioni su questa neoplasia e sull’importanza degli stili di vita sani – spiega Fabrizio Nicolis, Presidente Fondazione Aiom – Nel mondo i nuovi casi sono più che raddoppiati in un decennio passando da 144.859 nel 2008 a circa 365.000 nel 2017 e si stima che nel 2020 saranno 418mila. Ogni giorno a livello globale ci sono mille nuove diagnosi. Questi dati ci spingono a impegnarci di più sia sul fronte della prevenzione che della ricerca”.

Il motivo per cui questo tumore è considerato tra i più aggressivi è che non ci sono metodi per la diagnosi precoce: “Solo il 7% dei casi è individuato in stadio iniziale, e oltre la metà viene individuato quando la malattia è già in fase metastatica”, spiega Giampaolo Tortora, direttore di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona: “Anche perché spesso sintomi come dolore allo stomaco, gastrite e cattiva digestione vengono confusi con quelli di altre patologie”. Oggi, in Italia, il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è pari all’8%, superiore rispetto alla media europea (6,9%) e a quella dei paesi dell’Europa centrale (7,3%) e settentrionale (4,8%), ma decisamente inferiore rispetto ai risultati raggiunti in altre neoplasie frequenti come quelle al seno e alla prostata.

Per aumentare le diagnosi precoci e cambiare la storia di questo tumore, è fondamentale rafforzare la collaborazione tra specialisti. La chirurgia pancreatica è estremamente complessa, infatti meno del 20% dei pazienti è candidabile a un intervento con intento curativo, con una sopravvivenza a 5 anni intorno al 20-30%. Il 75% degli ospedali italiani che realizzano questo intervento rientra nella categoria “a basso volume”, cioè in quella con minore esperienza, mentre sono meno di 20 i centri in Italia che eseguono più di 13 interventi all’anno.

http://www.repubblica.it/oncologia/news/2017/11/14/news/tumore_del_pancreas_diagnosi_aumentate_del_60_in_15_anni-181081739/