Colpisce più gli uomini delle donne e oltre la metà dei pazienti con diagnosi precoce guarisce completamente. Ma serve un team multidisciplinare e sono ancora troppe le differenze fra le diverse regioni per accedere ai nuovi farmaci.

Il tumore del rene, di cui si ammalano ogni anno all’incirca 13.600 persone nel nostro Paese, viene spesso scoperto «per caso» e c’è qualcosa che si può fare per tenerlo alla larga: fumo, sovrappeso, obesità e ipertensione arteriosa fanno infatti lievitare le probabilità d’ammalarsi. Grazie alle molte opzioni terapeutiche oggi disponibili il 70 per cento dei pazienti supera la fatica soglia dei 5 anni dalla diagnosi. Sono però ancora troppe le differenze circa le cure fra le varie Regioni e i tempi per rendere disponibili le nuove molecole variano significativamente all’interno del territorio nazionale.

«Oltre la metà dei pazienti diagnosticati in fase precoce guarisce completamente – chiarisce Giario Conti, segretario nazionale della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) e responsabile dell’Urologia al Sant’Anna di Como -: per questo è importante riconoscere i sintomi, che sono sostanzialmente tre: ematuria, ovvero la presenza di sangue nelle urine, che è spesso il primo segno di malattia e può manifestarsi all’improvviso, scomparire spontaneamente per poi ripresentarsi di nuovo; dolore sordo al fianco o spasmi tipo colica, causati dalla presenza di coaguli di sangue lungo la via urinaria (pelvi renale e uretere); presenza di una massa palpabile nella cavità addominale a livello del fianco». Le coliche, come l’ematuria, sono sintomi comuni anche alla calcolosi renale: senza allarmarsi troppo è però importante parlare con un medico, che prescriverà eventuali approfondimenti necessari. «Il 60 per cento dei casi, però, oggi viene individuato casualmente con un’ecografia addominale eseguita per altri motivi e in assenza di sintomi – aggiunge Conti -. È comunque fondamentale farsi curare da un team multidisciplinare (costituito da urologo, oncologo, anatomopatologo, radiologo e altri specialisti a seconda del singolo caso) che elabora il piano di trattamento tenendo conto di vari fattori quali l’età e le condizioni generali del paziente, il tipo e lo stadio del tumore, la presenza di malattie concomitanti ed eventuali farmaci associati».

A scattare una fotografia del livello di conoscenza di questa neoplasia in Italia sono due sondaggi, che hanno coinvolto 1.034 cittadini e 256 pazienti con tumore del rene, presentati in un convegno tenutosi a Milano nei giorni scorsi (reso possibile grazie a un supporto non condizionato di Ipsen). «Negli ultimi due anni – spiega Carmine Pinto, presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) – abbiamo assistito a un miglioramento dei processi di approvazione e rimborsabilità delle nuove molecole anticancro a livello nazionale da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) dopo la registrazione da parte dell’ente regolatorio europeo (EMA). Tuttavia questo potrebbe non bastare per permettere uguali tempistiche e procedure per l’accesso alle terapie in maniera omogenea in tutto il Paese.

«Nel 2017 sono stimati in Italia circa 13.600 nuovi casi di tumore del rene (9mila tra gli uomini e 4.600 tra le donne) – conclude Giuseppe Procopio, membro del Direttivo nazionale AIOM e responsabile dell’Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Il trattamento di prima scelta per la malattia localizzata e localmente avanzata è la chirurgia, conservativa quando possibile. Va però considerato che circa un quarto dei pazienti, anche se operati in maniera radicale, va incontro a recidiva. I farmaci a bersaglio molecolare hanno permesso di allungare la sopravvivenza di oltre due anni nella fase metastatica e oggi si stanno affacciando opzioni importanti per i malati in questo stadio. In particolare una nuova classe di inibitori tirosin-chinasici ha evidenziato miglioramenti clinicamente significativi in uno studio di fase 3 nei parametri di efficacia più rilevanti: sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da progressione e tasso di risposta obiettiva».

http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/17_ottobre_16/tumore-rene-3-sintomi-chiave-ma-6-casi-10-scoperti-caso-b18c9e66-b28f-11e7-920a-a5e647dba433.shtml